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Biandrate
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Biandrate
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Biandrate comune | |||
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Veduta | |||
Localizzazione | |||
Stato | Italia | ||
Regione | Piemonte | ||
Provincia | Novara | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Luciano Pigat (lista civica) dall'8-5-2012 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 45°27′N 8°28′E / 45.45°N 8.466667°E45.45; 8.466667 (Biandrate) | ||
Altitudine | 160 m s.l.m. | ||
Superficie | 12,45 km² | ||
Abitanti | 1 312[1](30-4-2017) | ||
Densità | 105,38 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Casalbeltrame, Casalino, Recetto, San Nazzaro Sesia, San Pietro Mosezzo, Vicolungo | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 28061 | ||
Prefisso | 0321 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 003018 | ||
Cod. catastale | A844 | ||
Targa | NO | ||
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa) | ||
Nome abitanti | Biandratesi | ||
Patrono | san Sereno di Marsiglia | ||
Giorno festivo | prima domenica di agosto | ||
Cartografia | |||
Biandrate | |||
Posizione di Biandrate nel territorio della provincia di Novara | |||
Sito istituzionale | |||
Biandrate (Biandraa in dialetto novarese e Biandrà in piemontese) è un comune italiano di 1 312 abitanti della provincia di Novara in Piemonte.
Indice
1 Storia
1.1 Nascita e sviluppo
1.2 Il massimo splendore
1.3 Le lunghe battaglie
2 Monumenti e luoghi d'interesse
2.1 Architetture religiose
2.1.1 Chiesa parrocchiale
2.1.2 Santuario della Madonna della Preiera (ossia "della pietraia")
2.1.3 Chiesa di Santa Caterina (XVIII secolo)
2.2 Architetture civili
2.2.1 Municipio
3 Società
3.1 Evoluzione demografica
4 Infrastrutture e trasporti
5 Amministrazione
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Collegamenti esterni
Storia |
Nascita e sviluppo |
Le origini di Biandrate sono molto antiche anche se storicamente non vi sono delle date certe. Plutarco parla di una località denominata FLANDERATE (toponimo derivato dalla tribù dei Fiandri) quale scenario della celebre battaglia in cui l'esercito romano, comandato da Mario, sconfisse Cimbri e Teutoni. Luogo della battaglia furono i Campi Raudii e ancora oggi sussiste nel territorio del Comune di Biandrate un prà raudo, nei pressi di quella che fu l'antica chiesa di San Michele de Pullis.
Secondo alcuni studiosi, i Romani, dopo la vittoria, accordarono ai Fiandri superstiti di fissare in questo territorio la loro dimora, fondando il villaggio che da loro assunse il nome di Flanderate, trasformato poi in Blanderate.
Non esistono, tuttavia documentazioni o testimonianze accertate che i Fiandri facessero parte dell'esercito barbaro sconfitto ai Campi Raudii.
Un'altra suggestiva ipotesi prende spunto da Plinio il Vecchio (Nat.Hist. III,49) che parla di un Bardeccate o Barderate tra le molte cittadine fondate dal popolo dei liguri; tuttavia sembra che il riferimento sia dovuto a una corruzione del testo originale, poiché i codici migliori del testo pliniano leggono Vardecate; e inoltre, tutte le località citate da Plinio sono dislocate al di là del fiume Po (anche se i possedimenti dei liguri si estendevano sui territori della riva sinistra del fiume) e tra queste non vi sono citate né Novara né Vercelli, lasciando molti dubbi sulla credibilità di questo riferimento storico.
In ogni caso, non vi sono dubbi che Biandrate esistesse già ai tempi dei Romani, come documentano i ritrovamenti in loco di urne e lucerne di terracotta, monete di bronzo e vetri lavorati e come sarebbe comprovato da frammenti di iscrizioni su granito che suggeriscono l'ipotesi che Biandrate fosse un municipium in epoca romana e che vi si professasse la religione pagana in un tempio dedicato a Diana, dea della caccia e delle foreste. Dopo questi primi cenni di storia antica, di Biandrate non si hanno più notizie; ciò è sicuramente dovuto alle invasioni barbariche che si susseguirono nei secoli transitando per la strada delle Gallie su cui era situato il paese.
Fu in particolare con l'avvento dell'imperatore Federico Barbarossa che Biandrate tornò ad avere un ruolo storico di primaria importanza giungendo ad avere uno straordinario potere con i suoi Conti (per la vastità e prestigio del suo territorio) nei secoli XI e XII.
Capostipite della famiglia di Biandrate (che erano di origine sassone) fu Dadone, vissuto prima dell'anno 1000 che ebbe feudi e privilegi dai Franchi ed iniziò il cammino di un grande dominio. Il suo successore, Viberto, ampliò i possedimenti di famiglia nel Vercellese e nell'Ossola. Nel 1025 ottenne l'investitura di Ivrea con tutti i territori annessi. A Guido II di Biandrate l'imperatore di Germania, Corrado il Salico, confermò tutti i possedimenti con altri territori della Valsesia e dell'Ossola.
Guido II fu seguito da Alberto I che un documento del 1093 indica con il titolo di Conte di Biandrate, mentre il paese è citato come libero comune amministrato da 12 consoli. Alberto fu un grande guerriero e partecipò alla prima crociata in Terra Santa; al suo ritorno fu nominato Console di Milano.
Il massimo splendore |
Biandrate raggiunse il massimo splendore con il figlio di Alberto, Guido III il Grande, o Guido Guidone, che seppe ampliare più di ogni altro i domini e la potenza del proprio casato.
Ebbe vincoli di parentela con le dinastie reali, partecipò alla seconda crociata con il Re di Francia e l'imperatore Corrado III e, nel 1152, fu testimone dell'incoronazione di Federico Barbarossa che ospitò due anni più tardi, con tutta la sua corte, nel castello comitale.
Nel 1156 il Barbarossa lo nominò capitano di tutte le milizie imperiali del contado e del vescovado di Novara con l'imperativo che nessuno potesse fare giustizia o guerre senza di lui. A Guido III furono confermati tutti i possedimenti acquisiti con vaste integrazioni nell'Astigiano, nel Chierese e in Val di Canale. Secondo la testimonianza di Ottone di Frisinga, Guido arrivò a possedere 37 castelli e di tutto il territorio novarese, solo la città di Novara non gli apparteneva.
Combatté contro i Pavesi annettendo i castelli di Gambolò e Vigevano e assediando la città di Pavia.
Le lunghe battaglie |
Nel 1158, in occasione del tragico assedio di Milano da parte del Barbarossa, non esitò ad usare la sua autorevolezza per impetrare la clemenza dell'imperatore verso una città ormai allo stremo. Questa sua sensibilità nei confronti del capoluogo lombardo non bastò a salvare Biandrate dalla distruzione, dieci anni più tardi, allorché i Comuni della lega lombarda sconfissero l'imperatore Federico Barbarossa (che fu tratto in salvo ed ospitato da Guido III nel suo castello di Monteacuto d'Asti) e assediarono e rasero al suolo la sua città.
Fu redatto un duro statuto (De tenendo destructo Blanderate) con cui si stabilì che i Consoli di Novara dovessero vigilare a che Biandrate non fosse riedificata e per consentire alle città di Novara e di Vercelli di estendere i propri domini sui possedimenti dei Conti.
La popolazione sopravvissuta alla distruzione tentò timidamente di riunirsi e di edificare nuove abitazioni intorno alle chiese superstiti, mentre i Conti tentarono di ottenere la protezione di Vercelli offrendo in contropartita la Valsesia.
I Consoli novaresi insorsero contro Vercelli, Biandrate fu nuovamente distrutta e lo statuto di mantenerla in rovina venne rinnovato. Era il 1232. Ventisette anni più tardi, le città di Vercelli e Novara effettuarono una divisione territoriale della Signoria dei Conti e Biandrate fu inserito nel lotto dei vercellesi, auspice il podestà di Milano che aveva negoziato la pace.
Tuttavia i continui dissidi tra Novara e Vercelli fecero sì che Biandrate venisse trascurata e potesse procedere lentamente ad una riedificazione. Le vicende successive sono le vicende di un borgo qualsiasi; si passa dai saccheggi del marchese del Monferrato (1360) alle dominazioni dei capitani di ventura (il più famoso fu Facino Cane) sotto l'egida dei Visconti di Milano e, più tardi, degli Sforza.
Si avvicendarono poi Mercurino da Gattinara, i Tornielli di Novara e i Conti De Silva che mantennero il dominio fino alla rivoluzione francese.
Insieme al Ducato di Savoia, Biandrate entrò a far parte della Repubblica Cisalpina fino al 1814; con la caduta di Napoleone, infine, tornò a far parte del novarese e, con esso, del Regno di Sardegna e poi d'Italia.
Monumenti e luoghi d'interesse |
Architetture religiose |
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Chiesa parrocchiale |
La parrocchiale di San Colombano, dedicata al santo missionario irlandese, sorta sui resti dell'antico monastero fondato dai monaci di Bobbio.
La parrocchiale dedicata a San Colombano, già citata nel 1146, divenne sede di collegiata. Dell'antica chiesa romanica, ricostruita nel XVIII secolo e successivamente rimaneggiata, rimane ben poco: l'atrio a quattro campate con volte a crociera, l'ultima delle quali risale a un periodo posteriore (XIV secolo). Gradevoli sono le decorazioni in cotto che adornano i capitelli delle semicolonne con elementi naturalistici. Da segnalare sono, inoltre, le quattro formelle in cotto provenienti dall'edificio romanico, che rappresentano fiere e una sirena con due code. Meritano rilievo particolare le scene del Giudizio Universale, datato 1444, che riempie la parete della terza campata: purtroppo parte di questo affresco è rovinato, soprattutto nella zona in cui è raffigurato l'Inferno. Sulla volta centrale dell'atrio si trova l'effigie del Cristo Pantocratore con le simbologie dei Quattro Evangelisti. Studi approfonditi portano ad avanzare l'ipotesi che gli affreschi siano opera di Giovanni de Campo. Altri importanti affreschi dovevano essere visibili nella chiesa originaria: in particolare le fonti d'archivio ricordano il ciclo raffigurante la Passione di Cristo commissionato nel 1479 a Tommaso Cagnola, Daniele de Bosis e Paolo da Casaleggio[2]. Al di sopra del portico, nel XIV secolo fu eretto lo scurolo contenente le reliquie del patrono del paese, San Sereno, vescovo di Marsiglia, che secondo la tradizione morì in questa zona al ritorno da un pellegrinaggio a Roma ai tempi di Papa Gregorio Magno. II campanile che affianca la parrocchiale è stato edificato nel 1819, ad opera dell'ingegnere vercellese Vincenzo Sassi, ed è alto 45 metri.
Santuario della Madonna della Preiera (ossia "della pietraia") |
il Santuario fu edificato nel XVIII secolo dove esisteva una piccola edicola votiva risalente, con tutta probabilità, al XV secolo, fuori dal centro abitato sulla strada verso San Nazzaro Sesia. La costruzione è a navata unica, di forme semplici; l'ingresso è preceduto da un portico. All'interno, l'ancona dell'altare maggiore ingloba un affresco quattrocentesco raffigurante la Pietà, che presumibilmente corrisponde all'immagine venerata nell'edicola originaria.
Chiesa di Santa Caterina (XVIII secolo) |
La chiesa dedicata a Santa Caterina d'Alessandria è stata edificata nei primi anni dell'Ottocento sfruttando resti murari che potrebbero essere appartenuti all'antico castello comitale, ed è in stretto rapporto con l'omonima confraternita; è a navata unica e le sue forme architettoniche esterne sono di stile neoclassico. All'interno, di buona fattura è il bassorilievo ligneo che costituisce l'ancona dell'altare maggiore, collocato sul muro di fondo della chiesa.
Architetture civili |
Municipio |
Il Palazzo Comunale, situato in piazza Cesare Battisti, è il tipico esempio di architettura accademica ottocentesca. Sulla facciata, prospiciente la piazza, sono inseriti due medaglioni scolpiti in marmo che rappresentano Facino Cane e Guido Guidone. Completano la struttura architettonica quattro semicolonne sormontate da capitelli ionici.
Società |
Polo logistico Esselunga.
A Biandrate è presente anche una delle 10 sedi regionali della società Lidl Italia
Evoluzione demografica |
Abitanti censiti[3]
Infrastrutture e trasporti |
Fra il 1884 e il 1933 Biandate era servita da una stazione tranviaria che fungeva da località di diramazione fra la tranvia Vercelli-Biandrate-Fara e la linea per Novara.
Amministrazione |
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
18 gennaio 1988 | 24 maggio 1990 | Luciano Pigat | Democrazia Cristiana | Sindaco | [4] |
24 maggio 1990 | 24 aprile 1995 | Luciano Pigat | Democrazia Cristiana | Sindaco | [4] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Luca Fabrizio De Feo | centro-destra | Sindaco | [4] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Luca Fabrizio De Feo | centro-destra | Sindaco | [4] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Alessandra Zanaria | lista civica | Sindaco | [4] |
8 giugno 2009 | 10 giugno 2011 | Edoarda Trevisan | lista civica | Sindaco | [4] |
10 giugno 2011 | 7 maggio 2012 | Patrizia Bianchetto | Comm. straordinario | [4] | |
7 maggio 2012 | in carica | Luciano Pigat | lista civica | Sindaco | [4] |
Note |
^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2017.
^ Treccani - La cultura italiana | Treccani, il portale del sapere, su www.treccani.it. URL consultato il 12 maggio 2016.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ abcdefgh http://amministratori.interno.it/
Bibliografia |
Sito Comune di Biandrate
Sito Provincia di Novara - Turismo
Voci correlate |
- Conti di Biandrate
- Guido III di Biandrate
Collegamenti esterni |
Sito ufficiale, su comune.biandrate.no.it.
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Categoria:
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